La Distilleria e le scarpe da running

Mimmo

L’industria sventurata.


Dopo circa 30 anni vissuti nel nord Italia per motivi lavorativi mi ritrovo a dover ritornare nel posto che mi ha regalato i natali, Rutigliano, un piccolo paese agricolo nel sud Barese, incentivato dalla necessità di assistere i miei genitori ormai anziani. Nonostante il mio cambio di residenza non lascio le mie abitudini, tra le tante, alzarmi all’alba per fare una sana corsa e godere dell’aria pulita, il silenzio, gli odori e il sorgere del sole.
Andando a correre questa mattina ho cambiato il mio tragitto usuale, mi ritrovo sulla strada provinciale. Noto subito sulla mia destra il levarsi della zona industriale, ma è a metà del mio percorso che mi imbatto in un industria in evidente stato di abbandono per la presenza di erba selvatica all’ingresso, finestre con vetri rotti e rifiuti abbandonati. Mi avvicino incuriosito e scrutando dal cancello noto una prima struttura che sicuramente accoglieva gli uffici e alle spalle un enorme edificio di cemento con container in ferro, distolgo lo sguardo dall’intero luogo e noto sulla colonna di ingresso il cartello che indica il nome e il tipo di azienda, un ex distilleria.
La mia mente si fissa a pensare come mai tutto ciò sia fermo, dimenticato, abbandonato, un luogo che avrebbe dato lavoro a tanta gente, continuo la mia corsa ma non dimentico. Rientrato a casa faccio una doccia veloce e mi reco presso il mio ufficio dove inizio a chiedere informazioni, c’è chi non ricorda e chi associa subito l’industria a storie di cronaca pubblicate sulle testate giornalistiche del posto.
Incuriosito inizio la mia ricerca, non si capisce bene la data dell’abbandono, trovo un atto nei confronti dell’azienda che riporta una Determinazione Dirigenziale del 09 luglio 2013, redatta dal Dirigente del servizio Rischio Industriale della Regione Puglia. Purtroppo recita che codesta industria è a rischio di incendio per la presenza di materiali infiammabili, ma non ricevendo notifica da parte dei proprietari deliberano l’atto con “Scioglimento e liquidazione”.
Subito dopo trovo un documento che iscrive la distilleria nell’elenco delle infrastrutture a rischio ambientale, la data riportata è il 31 luglio del 2015, quindi presumo che nel 2016/17 siano stati apposti i sigilli alle porte per la chiusura definitiva dello stabilimento.
Solo un paio curiosità, nel 2010 c’è stato un tentato furto del valore di circa 50.000 euro, che fortunatamente viene sventato dall’arrivo delle forze dell’ordine. I ladri sono riusciti a dileguarsi nelle campagne circostanti e gli attrezzi rubati, un grosso autoarticolato dotato di gru e materiale elettrico riconsegnati ai legittimi proprietari. E ancora, il comune ha in piedi una causa per tasse non pagate dal 2012, incredibile.
Insomma, rammaricato di quanto letto, spengo il computer e resto a pensare a quali ipotetiche cause abbiano fatto chiudere per sempre le porte di una così grande azienda, che a tutt’oggi, nonostante l’abbandono ancora ignoto, sembra abbia resistito all’avanzare del tempo in ottimo stato. Ma quello che non riesco ancora a capire come tanto sperpero di soldi destinati alla crescita del territorio e, soprattutto, per offrire un’opportunità di lavoro, sia decaduta nel baratro del dimenticatoio.


Sotto l’effetto dell’alcool l’adulto ritorna bambino, che prova il piacere di pensare liberamente come vuole senza dover fare attenzione alla costrizione della logica

– Sigmund Freud

Autori: Valeria – Antonio – Marco – Mimmo

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