La Marmeria abbandonata ingiustamente

La Marmeria abbandonata ingiustamente
Mimmo

Breve racconto di un opificio e della sua famiglia.


La storia che stiamo per narrarvi racconta di un abbandono quasi inammissibile (come se gli altri lo fossero), di una “Marmeria”. Nata nella periferia di un piccolo paese del sud, nel pieno della sua attività pian piano venne lasciata all’oblio… Per un capriccio? Per orgoglio? O per un errata gestione imprenditoriale?
Dopo il racconto sarete voi a trarne le conclusioni!
Tutto ebbe inizio negli anni ‘60, periodo in cui l’intero paese, dove sorge l’opificio, viveva la fase più fiorente della sua industrializzazione. Il giorno in cui aprì i battenti si tenne una grande festa, con i soliti personaggi di spicco, tant’è che per sigillare il momento venne scolpito un epitaffio sul marmo: “XXVII-III-MCMLXV inaugurata dal presidente del Consiglio dei ministri d’Italia Aldo Moro”. La lastra venne affissa all’esterno della facciata anteriore dell’azienda in ricordo dell’evento.
L’attività dell’azienda durò per 15 anni. Durante questi anni venivano selezionati i materiali migliori direttamente dalle cave di estrazione e si svolgevano, in maniera scrupolosa, tutte le fasi della lavorazione del marmo, dal taglio delle lastre alla lucidatura finale, per rendere le superfici di questo prezioso materiale perfettamente lisce a dalla luminosità a specchio. La data precisa della chiusura non è certa. Con un lento declino si è arrivati allo spegnimento definitivo delle luci.
La causa di tale declino, secondo chi ci ha lavorato e la gente del posto, è da attribuire completamente al proprietario, ma è qui che il racconto diventa irreale. Pare che il titolare e padrone, un grosso imprenditore e proprietario terriero del posto, stanco di gestire da solo l’opificio, decise abbandonare l’intera struttura, lasciando all’interno tutto il materiale e i macchinari pur di non tramandarla ai suoi eredi, a sua detta incapaci di gestire l’azienda. Continuando a raccogliere testimonianze sembrerebbe anche che, accecato dalla rabbia e dalla sua avidità, non valutò nemmeno l’eventuale possibilità di vendere o affidare a terzi la gestione della sua marmeria.
Assurdo è pensare che, all’improvviso, senza una vera e propria motivazione, si possa sospendere l’attività di un azienda nel pieno della sua crescita, licenziare operai e amministrativi accantonando tutto, solo per orgoglio e pregiudizio verso i propri familiari.


il valore di un uomo si misura dalle poche cose che crea, non dai molti beni che accumula.

Kahlil Gibran

Autori: Valeria – Antonio – Mimmo

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